OGGETTO: Interrogazione a risposta scritta e orale circa la situazione delle ferrate e dei bivacchi Gruppo dello Schiara. Il turismo si fa con le azioni tangibili. La sicurezza con azioni tangibili, verificate e certificate.
Il Gruppo della Schiara, indubbiamente per le sue caratteristiche storiche, ambientali, paesaggistiche, ma anche per le opere realizzate a partire dai primissimi anni ’50 (Rifugio 7° Alpini, ferrate e bivacchi) e alla conseguente loro promozione, è diventato, soprattutto nei fine anni ’60 e ‘70/’80, meta molto ricercata sia da escursionisti/alpinisti italiani sia da quelli di lingua tedesca e polacca.
Non una cosa minore o episodica come lascerebbero pensare le attività che là si producevano ed attuavano, ma un autentico, ricco fermento di idee e proposte concrete che ebbero le loro conseguenze nell’ideazione dell’Alta Via n. 1 e nell’ideazione di realizzare, proprio a partire dal gruppo della Schiara, un Parco Nazionale quale rilancio di un territorio meno esposto di quello delle Dolomiti della parte alta della provincia di Belluno.
Non narrazioni, dunque, con slogan banali, ma atti realizzati con un impegno notevole e duraturo.
Una rete di sentieri, gole, forre, viaz tra i più selvaggi ed incontaminati delle Dolomiti ed una rete di ferrate, la cui straordinaria varietà e bellezza viene paradossalmente osannata più all’estero che nel nostro paese. In ogni caso un patrimonio con enormi potenzialità turistiche di cui il Comune di Belluno, in modo assai diverso dalle politiche turistiche adottate qualche decennio fa per la zona, ne ha totalmente snobbato la stessa essenza, quasi fosse “montagna altra” e non già “la montagna di Belluno” per eccellenza (nda: non mi si ricordi a mò di confutazione l’intervento sulla frana del sentiero n. 501 dello scorso anno… ci mancherebbe che il Comune non fosse per tempo intervenuto…!).
Questa interrogazione vuole destare gli animi che certamente non si sono desti per la sola realizzazione dell’allargamento del piazzale delle Case Bortot, segnalando quanto di seguito esplicitato, ma anche creando attraverso la risoluzione dei problemi esistenti e che vanno risolti senza tentennamenti, nuove ed interessanti prospettive di consolidamento, crescita e sviluppo dell’intera zona (nuovo percorso forra dell’Ardo/Corontola e congiunzione con sentiero dell’Ardo privo di manutenzione da anni; sito archeologico Bus del Buson; Bivacco Medassa; ecc.) con possibili positive ricadute sull’intera città.
Ciò inquadrato, seppur in estrema sintesi andiamo al merito del quesito.
preso atto che, ad eccezione del Bivacco Bocco-Zago posto lungo la via Ferrata Piero Rossi o Marmol, recentemente realizzato a cura della sezione di Dolo con l’aiuto del Soccorso Alpino di Belluno in sostituzione di quello ormai inservibile e come tale rimosso nel 2012, gli altri due bivacchi risultano essere fortemente compromessi, tanto che il Bivacco Sperti è da tempo inservibile mentre il Bivacco della Bernardina è privo da tempo di una manutenzione strutturale;
verificato che le suddette condizioni non permettono alcun tipo di ricovero in condizioni di igiene e decoro e che, quindi, ancorché strutture dedicate agli alpinisti ed escursionisti hanno perso da tempo questo ruolo e, situazione ancor peggiore, hanno perso anche la vocazione di ricovero di emergenza per gli stessi alpinisti ed escursionisti;
verificato, inoltre,e soprattutto che le condizioni di sicurezza delle ferrate Sperti, Zacchi, Berti, Marmol e dei tratti attrezzati Marino Guardiano e del tratto che sale da F.lla Nerville verso la F.lla del Marmol , in molte loro parti abbisognano di una completa e complessiva manutenzione e che la stessa non può avvenire con la mera sostituzione di qualche morsetto o fittone, ma secondo un generale e profondo adeguamento di tutte le componenti sia per la linea fissa di sicurezza (fune d’acciaio e relativi ancoraggi e fittoni) sia per la progressione (scale, clamere, ecc.;
consapevole che la suddetta manutenzione e/o ripristino pur prevedendo lotti diversi deve però assolutamente rientrare in una complessiva progettazione legata alla sicurezza di lungo corso, sia in ordine ai materiali da realizzare sia in ordine alla posa degli stessi e alle successive manutenzioni periodiche;
preso atto che da tempo sono affisse alcune tabelle di formato assai ridotto che avvisano della chiusura di alcuni dei suddetti percorsi, ma nessun avviso ulteriore è garantito in forma strutturata sul web ufficiale del Comune di Belluno o con la posa di tabelle idonee e del tutto visibili nelle zone d’accesso al Gruppo scritte in almeno lingua tedesca ed inglese e alla partenza delle vie ferrate;
accertato che le suddette mancanze o omissioni possono comportare anche gravi incidenti e conseguenti infortuni che espongono gli enti titolati al soccorso ad un’inutile esposizione al rischio;
ribadito, a scanso di equivoci che lo scrivente è contrario alla realizzazione di nuove ed inulti ferrate nel Gruppo dello Schiara (es. anche il cordino collocato da ignoti nei pressi della vetta del Pelf è del tutto inutile e non congruente al bisogno), ma che quelle esistenti per il patrimonio storico-turistico vanno rinnovate senza tema di smentita;
ribadendo con forza (studi noti in quanto pubblicati da tempo dimostrano l’importanza nel contesto turistico delle località di montagna di avere un circuito di ferrate diversificate per difficoltà e in cui la sicurezza sia garantita secondo gli standard più elevati e rigorosi) le necessità che i suddetti Bivacchi e tutte le ferrate in questione siano oggetto di una complessiva e puntuale verifica sullo stato legato alla sicurezza e reale fruibilità da parte degli utenti e che ne segua una progettazione aderente alle recenti linee guida emanate nello specifico settore con l’impiego di standard rigorosi nella posa in opera;
verificato in modo particolare che l’ultimo tratto dell’Alta Via n. 1 (di prassi la penultima tappa) sia del tutto sicuro e percorribile, dunque anche per escursionisti ed alpinisti di medie capacità che spesso terminano anzi tempo l’Alta Via senza passare per il Rif. 7° Alpini;
richiamata la necessità di contrarre gli incidenti e gli infortuni che, nello specifico, possono assumere anche esiti morali o di estrema gravità;
TUTTO CIO’ PREMESSO
SI CHIEDE DI CONOSCERE:
- se il Comune di Belluno, forte anche di enunciazioni gridate sul turismo quale rilancio della città e del suo territorio, sia a conoscenza della situazione sopra descritta con particolare riguardo alla forte compromissione della sicurezza degli utenti e se intenda onorare quanto espressamente previsto dall’art. 48, comma 3 della L.R. n. 11/2012 che dispone che “Le funzioni amministrative relative alla realizzazione e gestione delle vie ferrate, nonché delle opere e degli eventuali impianti fissi dei sentieri attrezzati, spettano ai comuni”;
- quali atti formali, quindi, riproducibili senza tema di smentita abbia prodotto il Comune di Belluno al fine di sollecitare l’Unione Montana, soggetto competente ai sensi del predetto art. 48, comma 3 ad effettuare“le funzioni amministrative relative alla realizzazione e gestione dei sentieri alpini, nonché alla sorveglianza e manutenzione dei bivacchi fissi alpini spettano alle unioni montane”;
- se il Comune di Belluno abbia delegato le competenze di cui al punto 1) all’Unione Montana e con quali obiettivi e/o prescrizioni particolari e, soprattutto, con quale esito;
SI CHIEDE, ALTRESI’, DI CONOSCERE:
- se il Comune di Belluno, essendo il complesso delle ferrate del Gruppo della Schiara in capo anche ad altri Comuni, abbia favorito come eventuale Comune capofila il coinvolgimento degli altri Enti al fine di predisporre una comune attività di programmazione ed esecuzione degli interventi;
- se il Comune di Belluno abbia mai effettuato specifiche richieste alla Regione Veneto al fine dell’ottenimento dei finanziamenti previsti dalla richiamata L.R. n. 11/13;
- se il Comune di Belluno, noto per la intraprendenza avuta nel tempo con l’Ente Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi, abbia altresì segnalato e/o richiesto forme di finanziamento stante anche il notevole avanzo di bilancio registrato negli ultimi anni dall’Ente Parco;
- se il Comune di Belluno abbia mai effettuato incontri con il CAI e l’AGAI, sentito il parere del CNSAS che ai sensi della Legge 26 febbraio 2010, n. 26 “contribuisce, altresì, alla prevenzione ed alla vigilanza degli infortuni nell’esercizio delle attività alpinistiche, scialpinistiche, escursionistiche e degli sport di montagna, delle attività speleologiche e di ogni altra attività connessa alla frequentazione a scopo turistico, sportivo, ricreativo e culturale, ivi comprese le attività professionali, svolte in ambiente montano, ipogeo e in ambienti ostili e impervi”, per assumere una maggior consapevolezza delle criticità segnalate ma anche delle straordinarie opportunità che risolte le stesse ne possono derivare;
- se il Comune di Belluno sia consapevole che lo stato dei bivacchi e delle ferrate sopra descritti, diversamente che a Belluno, corre invece molto velocemente nel web degli appassionati europei, soprattutto di lingua tedesca e più in generale quelli del centro Europa, e che questo possa comportare già nel breve periodo un calo di presenze ed arrivi, in quanto gli alpinisti e gli escursionisti interessati all’Alta Via n. 1 si fermano prima di affrontare la due tappe finali, ovvero non arriveranno più a Belluno;
SI CHIEDE, INFINE, DI CONOSCERE:
- se il Comune di Belluno intenda dar seguito a quanto sopra, indirettamente, proposto e se intenda creare attorno al Gruppo della Schiara una nuova attenzione turistica con la contestuale e necessaria sicurezza correlata, promovendo in modo continuativo una realtà, che ovviamente non è solo e per fortuna costituita da bivacchi e ferrate, ma anche e soprattutto – come detto – di eccezionali bellezze paesaggistiche, in grado di promuovere assieme al Nevegal (!!!!!!!!!!!!!!!) la città di Belluno; un’azione, questa, che se non prodotta nel prossimo biennio in termini di interventi complessivi rischia di vanificare il lavoro di chi nella Schiara ha sempre creduto, da Piero Rossi a quanti che, per pur dare impulso alla montagna di Belluno, si sono anche prodigati in una recente interessantissimo lavoro editoriale, o a quelli che lo hanno fatto in passato con merito e sapienza.
Si allegano alcuni piccoli esempi, in realtà potrebbero essere svariate decine, che riproducono quanto descritto ed evidenziato in precedenza.
Belluno, 17 settembre 2019 Consigliere Comunale – Gruppo Misto
Fabio Bristot – Rufus