PURTROPPO, PALAZZO ROSSO E’ LA CARTINA DI TORNASOLE DEL LIVELLO DELLE MANUTENZIONI DEGLI IMMOBILI COMUNALI E, IN GENERE, DEL LIVELLO MANUTENTIVO “APPREZZABILE” NELLA NOSTRA CITTA’. SERVE UNO SCATTO DI ORGOGLIO, UNA RIVOLUZIONE CON UN PIANO STRAORDINARIO DI MEDIO E LUNGO PERIODO DA INSERIRE NEL PROGRAMMA DEL PROSSIMO SINDACO.
Stava terminando l’estate scorsa, quando due turisti, immagino appena saliti dalle scale mobili, fermi con lo smartphone in mano, all’angolo di Palazzo Rosso, ne stavano leggendo la storia ad alta voce.
Mi fermo per ascoltarli, provando po’ di legittimo orogoglio e per verificare se i miei ricordi sul Segusini fossero corretti o menoPoi, all’improvviso, uno dei due afferma (testuale “speriamo che non siano tutti un rigurgito di guano i palazzi di questa città”, indicando la presenza di gradevoli e numerose deiezioni colorate di colombi ed altri animali presenti sul lato nord che dà alla Poste e indicando, inoltre, subito dopo, i cavidotti che escono dal muro scrostato.
Mi sono sentito mortificato e, posto che si erano accorti della mia presenza incuriosita, rispondevo anche se non interrogato con un tratto riparatore: “No, Belluno è davvero bella, ben arrivati in città!
La cosa, come è ovvio, terminò là.
In settimana (mercoledì u.s.), per pratiche da effettuare proprio in Comune, passo davanti a Palazzo Rosso e, memore dell’evento occorsomi la scorsa estate, decido di soffermarmi qualche istante in più rispetto al passaggio distratto che di norma si fa, talvolta anche consapevolmente per non vedere lo stato indecoroso in cui si trova Palazzo Rosso.
Non serve allora essere un professionista del settore nè un architetto di grido per rendersi conto che, già rispetto a solo un paio d’anni fa, tutto l’intonaco si è ulteriormente deteriorato, scrostandosi in molte sue componenti e parti; che i cavidotti sono ulteriormente usciti in superficie; che è stato intaccata dall’incuria e dal degrado anche la malta cementizia; che gli stemmi si sono ulteriormente deteriorati; che i colombi continuano ad effettuare quello che naturalmente fanno senza che nessuno vi abbia posto rimedio; che le transenne vengono poste a ridosso del muro con il solito senso estetico del bello; che… sono passati ancora degli anni senza che il Sindaco abbia fatto alcunchè.
Decido allora di fotografarlo da più angolazioni con una macchina digitale discreta (132 scatti a futura memoria) e con lo smartphone in mio possesso.
Ora, mi interrogo, nella personale certezza che, ad esempio, una scuola debba sempre avere la precedenza in caso degli adeguamenti di tipo strutturale se questo serve per renderla più sicura e, solo dopo, possano essere realizzati altri interventi come quello di Palazzo Rosso (grigio): possibile che in 9 anni il Sindaco non abbia ritenuto di creare almeno un qualche interesse da parte di soggetti pubblici (fondazioni, ecc.) e privati (privato, pool di imprese) sulla necessità di attuare manutenzioni straordinarie di Palazzo Rosso prima che lo stesso fosse irrimediabilmente vocato dando segno di assoluto degrado?
TUTTO CIO’ PREMESSO CON LA PRESENTE INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA E ORALE
si chiede di conoscere per tramite del Sindaco del Comune di Belluno se quanto sopra succintamente esposto possa trovare risposta in qualche iniziativa concreta rivolta alla manutenzione straordinaria di questo palazzo storico e di pregio della Città di Belluno, oltre che dall’alto valore simbolico per le funzioni che là si esprimono;
si chiede in particolare di conoscere se siano previste nel brevissimo periodo manutenzioni minute di tipo conservativo al fine di ridurre al massimo il degrado delle componenti architettoniche ancora integre ed evitare un ulteriore ammaloramento degli intonaci e delle malte cementizie;
si richiede in particolare di richiedere se vi sia una stima del costo delle opere di restauro e se al proposito siano stati interessati enti e fondazioni o altri soggetti, ovvero se esista un progetto definitivo/esecutivo di restauro e se in base allo stesso sia mai stata prodotta istanza ad enti pubblici per ottenere uno specifico finanziamento;
si richiede altresì di conoscere se esista un piano complessivo strategico degli immobili comunali attualmente destinati a servizi comunali in ordine alle loro caratteristiche di idoneità all’uso (edifici a norma sismica, a norma con impianti elettrici, idoneità diverse di tipo igienico-sanitarie, ecc.) e ad un correlato piano di riordino e piano degli investimenti possibili;
si richiede, inoltre, di conoscere se nei piani sopradetti trovi spazio anche un’analisi/relazione sullo stato di fatto dell’ex Caserma dei Vigili del Fuoco di Mussoi, rispetto alla quale reputo folle la sola idea di trasferire uffici comunali in un edificio che abbisogna di ingentissime somme per essere manutenuto e reso adeguato all’uso (nda: la situazione pesantissima degli uffici e magazzini di Marisiga e del Comando della Polizia Locale, della sede della Bellunum di fatto inesistente e di altre situazioni in cui non c’è stata mai una programmazione seria e rigorosa, porterebbero a pensare che sarebbe di gran lunga preferibile alienare con una manovra urbanistica ad hoc predisposta per renderla appetibile l’area dell’ex Caserma del VVF e reinvestire i proventi di quelle somme cash all’adeguamento del patrimonio comunale ora esistente e su altri servizi di cui la città ha estremo bisogno).
Distinti saluti.
Fabio Bristot