Pensi sia così semplice cogliere il suono del silenzio su una vetta assolata coperta solo di pace e azzurro?
Mille voci ti scuotono dentro, risvegliando memorie mai sopite. Uno strano richiamo ti spinge al necessario ritorno a valle.
Là, però, non c’è spazio per quel silenzio incompreso che credevi di abbracciare ingenuamente, lassù.
Torni allora a vivere l’aridità delle parole, il brusio di sempre, dove le domande non hanno e sanno la risposta che la civiltà e la società del rumore ci chiede incessante.
Non rammaricarti se il tuo zaino non poteva contenere quel silenzio che non sei riuscito a portare egoisticamente con te.
Gioisci invece al pensiero di accarezzarne delicatamente di nuovo le sue curve già domani, quando tornerai lassù, di sentirlo sotto l’ala leggera di un gracchio, tra le radici di un’erba selvatica o tra il vuoto eterno delle rocce tiepide, là in alto.
Fabio Bristot – Rufus