Meno di un anno per eleggere il nuovo sindaco? Cosa sta succedendo in città?
Da Consigliere comunale non ricerco forzatamente gossip politici o pseudo tali, per cui potrei sbagliarmi, ma il rumore di sottofondo è fastidioso e tutto orientato a comporre e scomporre nomi in relazioni a gruppi e sottogruppi. Tutto ciò non in funzione di idee e progetti per la città e i suoi cittadini, ma all’insegna, il più delle volte, di meri aspetti caratteriali o di antipatie. Caratteristiche che in politica sono da sempre assai poco paganti.
Cosa serve a Belluno davvero?
Belluno non ha bisogno né di chiacchiere e né di enunciazioni. Belluno necessita di una rigorosa strategia di medio periodo e di persone che si riconoscano in questa strategia programmatica. Il resto è solo alchimia politica che rischia di fare della mera tattica lo strumento più importante. Il programma autorevole deve essere l’imperativo categorico per unire e l’elemento da cui partire.
Perché ha ancora senso parlare di programmi a suo parere?
Mai come ora si avverte il fiato corto della città capoluogo. Belluno è diventato una sorta di grande quartiere seduto su sé stesso, privo di un’identità precisa, timoroso di esercitare il ruolo che dovrebbe avere, di diventare autentica cerniera tra la montagna vera delle aree più interne della nostra provincia e la pianura, con Venezia. Belluno piegata tutta alle logiche dello “smart” che in realtà è diventata una logica per non osare su nessun fronte, nascondendosi dietro la frase fatta del “non è più tempo delle grani opere!”
In questo modo, non è più stato fatto nulla di importante e significativo in città e assieme a questa incapacità di gestire processi complessi, la città ha iniziato a perdere pezzi ogni giorno: da una parte cordoli e intonaci; dall’altra, credibilità e autorevolezza.
Quindi, serve un programma molto corposo?
Più che corposo deve essere redatto un programma dove accreditare il nostro futuro, un programma che ripensi ai grandi temi che Massaro non ha neppure sfiorato, anzi ha scientemente dimenticato. Tra i più importanti rimane il tema della sanità e del ruolo dell’Ospedale San Martino, sacrificato spesso per Feltre. I temi della viabilità e mobilità che sono fermi alle tesi di metà ‘anni 80 e che, come tali, sono da affrontare urgentemente e in forma prioritaria legandole alle scelte di carattere urbanistico. La problematica enorme del patrimonio del Comune allo sfacelo che abbisogna di immediate scelte coraggiose e delle razionalizzazioni conseguenti, senza le quali non puoi effettuare alcuna politica manutentiva. Il Parco Nazionale delle Dolomiti Bellunesi e il Nevegal. Rimettere mano alla complessiva riorganizzazione della macchina comunale.
Ritiene che le varie forza politiche dovrebbero concentrarsi sul programma più che sui nomi di papabili sindaci e assessori?
Si, perché con un programma scritto su due paginette, giusto per evadere quanto richiesto dalla disciplina elettorale, una qualsiasi persona che sappia coniugare due verbi in modo corretto può ambire a fare il sindaco. Un programma ambizioso e autorevole, richiede invece una diversa tipologia di persone da individuare: quelle con maggiori capacità, con un’autentica passione per la loro città e che detengano anche la perseveranza di garantire la continuità di due mandati, tempo che servirà per sistemare Belluno e il Comune di Belluno. Dimentichiamo che Belluno è stata da sempre laboratorio che ha saputo andare oltre le rigidità della politica nazionale. Anche oggi, pur con dei principi e valori che sono per me invalicabili, non vedrei male la capacità di far coesistere assieme, senza tante frammentazioni, un fronte di persone positive e volitive, che abbia il coraggio di riformare, anche sé stesso se dovesse servire a dare gambe a quel programma.
Il ruolo dell’attuale sindaco quale ritenga che debba essere nella prossima consigliatura e nel processo da lei auspicato?
Quello conseguente a quanto ha professato in questi quasi 10 anni. Se uno, infatti, sostiene le tesi della rottamazione deve essere per forza di cose conseguente.