Non condivido il fatto/atto ormai pubblico che la Provincia di Belluno, inclinandosi a 70°… 80°…, dichiari di voler restituire ad Enel 2 mil. di euro.
Questa scelta fatta a retromarcia ridotta rischia, in primo luogo, di mettere in enorme difficoltà il Consorzio Bim e, quindi, tutti i Comuni rivieraschi che, al pari della Provincia saranno chiamati a restituire denari magari già spesi.
La posizione che era stata assunta di recente, anche con un supporto legale importante, era assai diversa e coraggiosa, in quanto prevedeva la concertazione con Enel di una serie di interventi concordati sulle singole aste dei fiumi e non già una resa senza condizioni.
La partita dell’acqua, centraline incluse, rischia di travolgerci nuovamente dopo che con l’acqua abbiamo subito – credo – come nessun altro.
Serve, dunque, rilanciare con un approccio sistematico più coraggioso e molto meno tattico, poiché di tattica di vincono le scaramucce ma non già le battaglie per le quali è richiesta strategia di medio e lungo corso.
Un referendum vinto è di per sé un punto d’avvio non una mera icona che rappresenti l’inizio della rinuncia.
Sulla questione delle deleghe serve, senza riserve di sorta, andare oltre le mere istanze di Caccia e Pesca che già erano competenze della nostra Provincia sino a qualche mese fa. Stiamo chiedendo sino ad ora l’ovvio. Nulla più dell’ovvio.
Serve invece rilanciare anche con lo Stato e non solo con la Regione (strabiliante a mio avviso che non sia stata posta la ns. contrattualità con lo Stato dopo l’esito referendario né che la stessa Regione lo abbia preteso) con obiettivi qualificanti ed amministrativamente perseguibili.
Così facendo saremo ancora e sempre servi e la disgregazione del tessuto amministrativo e politico della nostra montagna, la frammentazione ulteriore delle comunità sarà solo una conseguenza. Anzi lo è già.
Qualcuno potrebbe dire: “ma con troppo coraggio ci rompiamo la testa!!” Rispondo: “con troppo poco siamo invece destinati a sparire.”
Buona serata.