La nuda cronaca dell’incidente
Alle ore 14.19 ca. del 22 agosto 2009 perveniva alla Centrale Operativa del S.U.E.M. 118 di Pieve di Cadore (Belluno) una chiamata da parte dei Carabinieri che notiziavano il S.U.E.M. della caduta di una frana che avrebbe coinvolto delle persone in località Rio Gere/Misurina (Auronzo/Misurina).
L’operatrice del S.U.E.M. 118 con il consueto, metodico filtro, nella necessità di ottenere maggiori dettagli geografici, appurava che non si trattava di Misurina, ma della località notoriamente riconosciuta e denominata come Rio Gere (Passo Tre Croci – Cortina d’Ampezzo) situata a quota mt. 1.698.
Alle 14.23 veniva, quindi, notificato all’equipaggio dell’elicottero del S.U.E.M. 118 di Pieve di Cadore (A 109 GRAND – I REMS), impegnato in quel momento nell’effettuazione in una missione S.A.R. sul Passo Giau a favore di una escursionista marchigiana con un trauma ad un arto, che si sarebbe resa necessaria una ricognizione/perlustrazione sulla frana in questione una volta ospedalizzata la paziente.
La decisione veniva ovviamente assunta a fronte delle informazioni pervenute ed in base alle prerogative della Centrale Operativa del S.U.E.M. 118, ovvero ai sensi dei vigenti protocolli operativi e specifiche competenze di legge ascritte al Servizio Sanitario Nazionale e al Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico.
In attesa che l’intervento di soccorso sul Passo Giau fosse portato a termine, la Centrale Operativa del S.U.E.M. 118, per tramite del Tecnico di Centrale del C.N.S.A.S. notiziava di quanto accaduto il Capo Stazione C.N.S.A.S. di Cortina d’Ampezzo ed allertava, alle ore 14.28, la Stazione di Cortina d’Ampezzo perché la stessa si portasse sul posto ed iniziasse ad effettuare le ricerche via terra di eventuali soggetti travolti o in difficoltà, vista anche la particolare frequentazione turistica della zona in questione.
L’elicottero atterrava poco dopo, alle 14.25 ca. alla piazzola del Codivilla Putti (Cortina d’Ampezzo) e, fatta velocemente ospedalizzare la paziente per mezzo di un’ambulanza, decollava alle ore 14.32 ca. per la località di Rio Gere.
Giunto nell’area di riferimento alle “ore 14.36 secondo le comunicazioni radio” (1), l’elicottero iniziava immediatamente le operazioni di perlustrazione/ricognizione per tramite del proprio equipaggio formato da Stefano Da Forno Tecnico di soccorso alpino e Tecnico di elisoccorso; Fabrizio Spaziani Medico anestesista del S.U.E.M. 118 e Tecnico di Soccorso Alpino; Luca Pislor Infermiere professionale del S.U.E.M. 118; Marco Zago Tecnico aeronautico della ditta INAER Helicopter Italia S.p.a. e Tecnico di soccorso alpino e Dario De Filip Pilota della ditta INAER Helicopter Italia S.p.a..
La ricognizione veniva, infatti, immediatamente effettuata, anche per evitare di dover fare un atterraggio che avrebbe fatto perdere tempo prezioso, stante la possibilità che vi fosse stata qualche persona travolta dalla frana e/o dall’acqua e per questa ragione bisognosa di un intervento assolutamente rapido.
La prima ricognizione sul luogo iniziava, dunque, alle 14.35 ca. (le foto effettuate dal Tecnico di elisoccorso con la macchina Olympus modello 850 SW di proprietà del C.N.S.A.S. dimostrano attraverso la documentazione fotografica con rispettivo ordine cronologico che la prima foto è stata fatta a partire dalle ore 14.37 ca. in una posizione però piuttosto avanzata, mentre le foto scattate dal Medico iniziano con la rispettiva sequenza cronologica alle ore 14.35 ca.).
La ricognizione durava sino alle ore 14.44 ca., orario in cui viene scattata l’ultima foto ed orario in cui presumibilmente l’elicottero ci accingeva ad effettuare le manovre di atterraggio a Rio Gere, in quanto la foto è stata effettuata pressoché al livello del piano stradale.
Al riguardo, possiamo affermare con sufficiente certezza che lo stesso sia atterrato alle 14.44/45 ca. in località Rio Gere con l’ausilio a terra di Nicola Bellodis (Operatore di soccorso alpino della Stazione C.N.S.A.S. di Cortina d’Ampezzo) e di Ruben Moroder (Tecnico aeronautico della ditta Air Service Center) che casualmente si trova a passare per il Passo Tre Croci.
Alle 14.46 ca. Fabrizio Spaziani chiamava la Centrale Operativa del S.U.E.M. 118 dando informazioni sull’esito della prima ricognizione ed asserendo che sarebbe stata effettuata una successiva ricognizione, considerato l’esito incerto della prima principalmente dovuto alla particolare tipologia dell’evento e, forse, dalla necessità di scansionare anche parti del terreno poste più a monte del punto più alto raggiunto nel corso della precedente perlustrazione.
Nel frattempo veniva fatto scendere l’Infermiere professionale, Luca Pislor, al fine di monitorare un paziente cardiopatico che si trovava nei pressi di un camper (nda: Fabrizio Spaziani asseriva nella stessa telefonata che lo stesso non aveva particolari problemi clinico-sanitari), mentre il resto dell’equipaggio stazionava nei pressi dell’elicottero, raccogliendo indicazioni/testimonianze su quanto occorso (nda: la frana) e circa la non remota possibilità che qualche escursionista potesse in qualche modo essere stato coinvolto a monte della stessa.
L’elicottero non effettuava, dunque, nessun scarico del materiale medico-sanitario e dell’attrezzatura C.N.S.A.S., condizione che fa supporre la volontà di effettuare una ricognizione veloce e definitiva per poi rientrare alla base di Pieve di Cadore una volta imbarcato l’Infermiere.
Alle ore 14.58/59 ca. l’elicottero lasciava Rio Gere per quella che sarebbe stata l’ultima ricognizione.
Alle 15.07 ca. un’escursionista che si trovava in zona telefonava a S.U.E.M. 118 dichiarando di aver sentito sino a poco prima il rumore di un elicottero (nda: la chiamata dura 1.53’) e poi, a seguito di un tonfo, di non essere più stato in grado di sentire alcun rumore.
Questo è l’orario ufficiale che compare nei rapporti S.U.E.M. 118/CNSAS quale orario del sinistro, anche se va ricordato che l’incidente è occorso, come di seguito indicato, qualche minuto prima.
Infatti, secondo la documentazione fotografica rilevata sulla macchina digitale del S.U.E.M. 118, con l’ultima foto effettuata da Fabrizio Spaziani (nda: è stato verificato con attenzione il cronologico e la taratura della stessa), si rileva l’orario delle 15.04.46 ca.. E’, quindi, piuttosto attendibile, anche alla luce della rappresentazione fotografica analizzata dal C.N.S.A.S. e che indica con chiarezza il posizionamento di un larice rispetto ai cavi dell’elettrodotto, che l’impatto con gli stessi sia avvenuto qualche decimo di secondo dopo, posta anche la velocità di traslazione ridotta con la quale veniva fatta la ricognizione allo scopo di osservare con scrupolo il terreno sottostante.
A questo punto l’elicottero con il denominativo “Falco” veniva chiamato via radio più volte dalla C.O. del S.U.E.M. 118 senza ricevere risposta alcuna, parimenti lo stesso veniva fatto dal personale C.N.S.A.S. della Stazione di Cortina d’Ampezzo, che si trovava a Rio Gere, con il medesimo esito.
Il Delegato del C.N.S.A.S., Fabio Bristot, che si trovava per motivi diversi nel magazzino della Stazione C.N.S.A.S. di Belluno, comprendendo la situazione ed ancor prima che venissero sospese le chiamate a Falco, congiuntamente ad un Operatore del C.N.S.A.S. di Belluno (nda: Matteo Fontana), sentite le reiterate comunicazioni radio prive di risposta, partiva immediatamente per Cortina, avvisando il Vice Delegato, Gianni Mezzomo ed il Coordinatore dei Tecnici di Elisoccorso, Sergio Albanello, di quanto si andava profilando. Lungo il percorso il Delegato transitava per la Centrale Operativa di Pieve di Cadore recuperando il Direttore del S.U.E.M. 118 Dott. Angelo Costola per effettuare assieme il viaggio verso Cortina d’Ampezzo.
L’elicottero veniva successivamente chiamato via radio ancora per qualche decina di secondi, quindi, la Centrale Operativa del S.U.E.M. 118 di Pieve di Cadore provava ad effettuare anche dei contatti via cavo con i membri dell’equipaggio con esito negativo. A questo punto il Tecnico di Centrale del C.N.S.A.S. presente al S.U.E.M. 118 indirizzava le squadre del C.N.S.A.S. di Cortina, già impegnate via terra, sulle zone oggetto della perlustrazione aerea, attività che peraltro era già in corso di effettuazione.
Andava chiaramente delineandosi la tesi di un possibile caduta dell’elicottero e, dopo qualche tempo di comprensibile, quanto drammatico imbarazzo, oltre che di verifica di quanto forse era tragicamente occorso, la Centrale Operativa del S.U.E.M. 118 allertava alle 15.14 il S.U.E.M. 118 di Bolzano per l’immediato invio di un elicottero sul luogo dell’evento. L’elicottero denominato “Pellikan 2” (EC 145) decollava alle 15.22 dalla base di Bressanone (BZ) ed arrivava sul luogo dell’evento alle 15.35 ca.. Qui imbarcava Paolo Bellodis, Guida Alpina e Tecnico di elisoccorso del C.N.S.A.S., per effettuare una ricognizione puntuale sul luogo dell’evento.
Poi era la volta dell’elicottero del S.U.E.M. di Treviso, allertato alle 15.20 e decollato alle 15.25 dalla piazzola dell’Ospedale Ca’ Foncello di Treviso che atterrava sul posto alle 15.42 a disposizione del C.N.S.A.S..
Precedentemente, nei minuti che seguono le 15.05/15.08, quanti si trovavano sul piazzale di Rio Gere, ovvero Luca Pislor e Ruben Moroder ed altri si rendevano conto dell’avvenuto ed effettuavano invano diverse chiamate radio sia sulla frequenza del S.U.E.M. 118 sia su quella del C.N.S.A.S., tutte con esito negativo.
Qualche istante dopo, Luca Pislor e Ruben Moroder, salivano in macchina assieme a Lorenzo Gaspari (nda: ex componente del C.N.S.A.S.) e raggiungevano la zona posta a valle del supposto luogo dell’evento, da dove proseguivano a piedi, pervenendo ben presto ad individuare la sagoma dell’elicottero caduto a quota mt .1.945 ca. in coordinate 46° 33’ 44,0” N – 12° 11’ 35,4” E, riverso sul fianco sinistro con la prua posta a 238° (1).
Trascorrevano pochi attimi per rendersi oggettivamente conto (nda: Moroder controllava il polso carotideo di Da Forno, De Filip e Spaziani, mentre non riusciva a fare lo stesso per Zago risultando il suo corpo posizionato sotto quello del pilota) che tutti i membri dell’equipaggio erano deceduti.
Nel frattempo le squadre del C.N.S.A.S. di Cortina con a capo Roberto Santuz, Vice Capo Stazione, convergevano numerose sul luogo ove era precipitato il mezzo, congiuntamente al Medico di Stazione, Fabio Bellotto, che a sua volta certificava la morte dei quattro. A seguire, si portava nei pressi anche personale S.A.G.F. (Soccorso Alpino Guardia di Finanza) e personale dei VV.F., prima impegnato al monitoraggio della frana.
Nello stesso periodo di tempo, dalla Centrale Operativa del S.U.E.M. 118, veniva anche allertato ed inviato sul posto il Centro Mobile di Coordinamento del C.N.S.A.S. con proprio personale, nella supposta necessità che le operazioni di recupero potessero essere complesse ed impegnare il personale C.N.S.A.S. a lungo (nda: sino alle 15.26 non si avevano notizie né informazioni di sorta).
Successivamente, una volta che i Carabinieri nella persona del Cap. Filippo Vanni, sopraggiunto sul posto, avevano dato l’assenso alla rimozione delle salme previa autorizzazione della Procura della Repubblica di Belluno, si iniziavano le operazioni di estrazione dei corpi che risultavano ancora collocati all’interno del relitto dell’elicottero.
Gli stessi venivano recuperati non senza difficoltà a causa del loro posizionamento e alla presenza di un coacervo di lamiere e componenti distrutti dell’aeromobile.
Infatti, la posizione stessa dell’elicottero collocato sul fianco e la sua precarietà sul terreno, oltre al comprensibile, marcato disagio degli Operatori del C.N.S.A.S., rendeva difficoltoso il recupero, tenuto anche conto dello stato delle salme e del fatto che era stato necessario tagliare cinture di sicurezza al Pilota e al Tecnico e, parimenti, tagliare la longe al Medico e al Tecnico di elisoccorso.
Una volta fuori dell’abitacolo, le salme venivano riposte nei sacchi salma e, quindi, elitrasportate dall’elicottero del S.U.E.M. di Bolzano con n. 2 rotazioni successive alla piazzola del Codivilla Putti per essere poi traslate a cura del personale C.N.S.A.S. nel garage della Stazione di Cortina, come da indicazioni fornite dal Capo Stazione Mauro Da Poz.
Presso la struttura del C.N.S.A.S. le salme venivano ricomposte e messe a disposizione del medico del S.U.E.M. 118 di Bolzano e delle Autorità competenti intervenute sul luogo. Il Primario del S.U.E.M. 118, dott. Angelo Costola, e il Delegato del C.N.S.A.S., Fabio Bristot, provvedevano poi al riconoscimento delle salme e, quindi, il Medico provvedeva, a partire dalle 17.12 ca., ad accertarne le cause del decesso, stilando allo scopo idonea documentazione.
Da allora Enti ed Autorità, tra cui il Prefetto ed il Comandante Provinciale dei Carabinieri, oltre che al Medico legale preposto agi accertamenti del caso, si sono via via avvicendati per gli iter previsti e per quanto disposto in casi similari. Quindi, arrivano sul luogo dell’evento anche Autorità politiche tra cui il Sindaco di Cortina d’Ampezzo, Andrea Franceschi, il Presidente della Provincia di Belluno, Gianpaolo Bottacin e i Consiglieri Regionali Dario Bond e Guido Trento.
Contestualmente, sul luogo della tragedia, il personale C.N.S.A.S., vista la precaria instabilità del mezzo e la possibilità che lo stesso potesse ribaltarsi o, peggio, essere trascinato a valle a causa di possibili ulteriori rovesci in zona, veniva ancorato con cavi metallici alla parete rocciosa antistante.
Alle 21.35 ca. il personale C.N.S.A.S. intervenuto sul luogo dell’evento e, successivamente, nei pressi del magazzino della Stazione C.N.S.A.S. di Cortina chiudeva ufficialmente l’intervento.
Lasciava il luogo anche il Delegato C.N.S.A.S. che raggiungeva il Vice Delegato C.N.S.A.S., presso la Centrale Operativa del S.U.E.M. 118 di Pieve di Cadore.
Le cause dell’incidente
In relazione alle cause che hanno provocato la caduta dell’elicottero va ricordato in premessa che la tesi del C.N.S.A.S. è sostenuta da alcuni elementi probanti e di per sé evidenti.
Le cause sono, infatti, ascrivibili all’impatto avvenuto tra il rotore principale dell’elicottero ed i cavi dell’elettrodotto a media tensione presente nella zona delle operazioni (nda: proprietà della Società Faloria Cortina d’Ampezzo).
L’urto con i cavi, ancorché la velocità di traslazione orizzontale dell’elicottero fosse bassa, ma quella ascensionale alta (1), è stato oltremodo impattante, tanto che le pale del rotore principale sono state squarciate (nda: una pala è addirittura finita sulla collinetta contermine a svariate decine di metri dal punto d’impatto) e tutto l’impianto di trasmissione dell’elicottero è stato strappato, provocando un’immediata e repentina perdita di portanza del mezzo, sino a farlo precipitare da un’altezza di mt. 51 ca. con una velocità d’impatto sul terreno di ca. 100 km/h (1).
All’impatto (…) non scaturiva alcun rotolamento (strisciamento) in grado di dissipare l’energia cinetica acquisita. Tali elementi unitamente alla tipologia del fondo roccioso ha determinato il raggiungimento della decelerazione massima possibile al momento dell’impatto (1), ovvero l’impatto peggiore per gli occupanti.
La causa prima è, invece, dovuta al fatto che i fili dell’elettrodotto in questione, per la quota dell’elicottero e per la posizione al momento dell’impatto non fossero nel modo più assoluto visibili né al pilota né al tecnico aereonautico né agli altri membri dell’equipaggio. Precisamente, né i cavi, né i relativi tralicci dell’elettrodotto erano muniti di segnali visivi che ne evidenziassero la presenza; in particolare, i tralicci risultavano di colore grigio scuro, mentre sui cavi (…) non veniva rilevata alcuna sfera segnaletica (1).
Lo stesso D. Pislor, Infermiere professionale del S.U.E.M. 118 sbarcato prima della fatale seconda ricognizione, aveva confermato che già nel corso della prima ricognizione i cavi non erano certamente stati individuati dall’equipaggio, tanto che la linea elettrica interessata dall’incidente, nelle sue componenti, non era segnalata sulle mappe elettroniche dei sistemi di navigazione dell’elicottero (1).
A riprova di questa tesi va segnalata l’importante ricognizione conoscitiva effettuata dal Delegato, dal Vice Delegato C.N.S.A.S. e dal Vice Capo Stazione C.N.S.A.S. di Cortina in data 8 settembre 2009 (nda: con giornata di rara limpidezza e nitidezza con condizioni di ceyling > 1.000 mt) per mezzo di un elicottero (nda: B3 dell’Air Service), dal quale è stato possibile appurare come nel corso di tutta la così detta seconda ricognizione effettuata da “Falco” il 22 agosto 2009 i fili non siano mai stati visibili. Nella suddetta ricognizione sono state simulate quote e posizioni in aderenza alla documentazione fotografica realizzata da S. Da Forno e F. Spaziani durante la seconda ricognizione e ciò nel tentativo di ricostruire i fatti con assoluta fedeltà.
Dalle varie prove effettuate e documentate emerge in modo incontrovertibile che, a prescindere dalle quote e posizioni raggiunte dall’elicottero in tutta la fase di avvicinamento (traslazione ed ascensione) a quello che sarebbe stato il luogo del tragico impatto, i fili non fossero assolutamente visibili, ovvero sarebbero stati identificabili solo con idonee segnalazioni realizzate sulla fune di guardia e/o con la segnalazione dei tralicci.
NOTA.
Relativamente agli orari riprodotti nel testo va specificato che gli stessi sono stati individuati attraverso la lettura del cronologico della macchine fotografiche digitali del C.N.S.A.S. utilizzata da Stefano Da Forno, del S.U.E.M. utilizzata prima da Luca Pislor e da Fabrizio Spaziani poi e da Paolo Bellodis, già Capo Stazione C.N.S.A.S. di Cortina (nda: lo stesso ha scattato alcuni fotogrammi dell’elicottero atterrato a seguito della prima ricognizione).
Possono comunque esserci degli errori minimi sugli orari che, in ogni caso, non inficiano in alcun modo la presente cronaca che è stata estrapolata dal rapporto di intervento ufficiale del C.N.S.A.S. per l’attività di cui alla Legge n. 74/01 e successive modificazioni, quindi limitatamente alle funzioni e alle competenze del C.N.S.A.S. così come stabilite dal vigente ordinamento.
Oltre a ciò si ricorda che è stata utilizzata, là dove possibile o utile per far comprendere meglio le varie fasi degli eventi, la relazione dell’Agenzia Nazionale della Sicurezza al Volo (A.N.S.V.) a firma dell’ing. Alessandro Cometa, tecnico incaricato di effettuare i rilievi in zona, operazioni di indagine avvenute già il giorno 23 agosto 2009.
Tutti i corsivi seguiti dal simbolo (1) si riferiscono, infatti, alla suddetta relazione.