Talvolta – quasi come una sorta di mantra fastidioso proprio perché si innesca sempre al di fuori delle sedi proprie (nda: le Assemblee), dove invece le critiche, soprattutto se costruttive, sono sempre lecite –, si sentono stizzosi rimbrotti tesi più o meno a rafforzare l’ipotesi secondo la quale la Direzione nazionale praticherebbe a Roma una sorta di ozio: “Ehhh…, ma il cienneaesse nazionale cosa fa a Roma?”
Posto che il “cienneaesse nazionale”,pronunciato quasi sempre con una venatura di dileggio, non ha ancora in dotazione la lampada di Aladino da sfregare secondo necessità, riteniamo che sia davvero banale, quanto assai semplicistico supporre, come qualcuno suppone, che sia sufficiente alzare il telefono e chiamare qualche Ministro (abbiamo tutti i numeri e rispondono subito), recarsi a Roma già il giorno dopo (ci hanno dato subito appuntamento…) con una nutrita lista della spesa (ci hanno detto di chiedere quello che vogliamo…) e vedere in pochi giorni magicamente esauditi i vari desiderata (in alcuni casi anche il giorno stesso…).
Se fosse così, cioè se questo fosse il metodo ed il modus operandi, per logica analogia e similare semplificazione, anche tutti i Servizi avrebbero leggi e norme di assoluta esclusività, stanziamenti e risorse pressoché illimitate, tutto ciò in altrettanti, pochi giorni.
Ma non pare sia propriamente così… a dimostrazione che nessuno ha ancora trovato la lampada di Aladino o, quantomeno, non la ha ancora vigorosamente sfregata per ottenere i magici benefici.
Va, poi, ricordato che l’assenza di comunicazioni enfatiche, periodicamente rivolte a tutti gli organi della nostra struttura, non sempre corrispondono all’assenza di attività o di azioni che invece devono svilupparsi nella necessaria progressione politico-amministrativa, cercando di raggiungere il merito dei problemi da risolvere. Anzi, spesso capita l’esatto contrario.
Vediamo, dunque, come gli atti producono sempre effetti, mentre le mezze dichiarazioni o con il motto ad effetto, al massimo scolorano nelle petizioni di principio.
Ebbene, il 2017 ha visto, come mai forse era successo, la massima frequentazione della Capitale da parte del Presidente e dei Consiglieri nazionali più coinvolti nelle varie criticità.
Decine di viaggi, talvolta anche frustranti, ai quali sono corrisposte altrettante faticanti ed estenuanti iniziative e trattative precipuamente ricolte a difendere il CNSAS e contrattaccare, là ove era possibile farlo.
Riunioni ed incontri diretti, cioè fatti di persona, anche di altissimo livello (non amiamo la vanità, ma rimane un dato di fatto) si sono succeduti con ritmo serrato per molti mesi, al pari delle decine di comunicazioni e relazioni prodotte solo per proporre le nostre tesi e le nostre ragioni, per avanzare proposte e per cercare il massimo dialogo con il Governo, il Parlamento e con gli Enti dello Stato.
È stato un percorso talvolta aspro, certamente sempre complesso ed articolato, nel corso del quale abbiamo ribadito con estrema chiarezza e fermezza i ruoli, le prerogative e le competenze del CNSAS, non fosse altro per il rispetto della sua storia, delle sue donne e dei suoi uomini.
Questa posizione che non deriva da dogmi indimostrati ed indimostrabili, piuttosto dall’esperienza e dai fatti che da quasi 65 anni garantiamo, ha fatto si che il Legislatore, sul noto tema delle funzioni poste in capo al CNSAS circa la potestà effettiva di coordinamento di enti, amministrazioni ed organizzazioni, già prevista dalla Legge n. 74/01 e dalla Legge n. 289/02, ribadisse il principio, cioè lo mantenesse inalterato.
Lo si è dovuto illustrare, magari reiterando posizioni con una certa rudezza, sempre però nel rispetto dell’interlocutore, ma alla fine il Decreto “Madia” non poteva contraddire un dato acquisito, giuridicamente pacifico che deve essere anche tratto di grande responsabilità per tutto il CNSAS.
A margine la scansione della nota prodotta sul testo del D.Lgs. 29 maggio 2017, n. 97 che, assieme alla nota della Conferenza Stato-Regioni, connota, per una volta con l’inchiostro nero, più di ogni altra stentorea chiacchiera sul tema.
Primo fatto, sulla cui importanza non serve dire, ma dar seguito a livello locale senza indugio con le iniziative del caso e su fronti diversificati.
Pensavamo di rifiatare per qualche tempo, ma già andava profilandosi un altro problema all’orizzonte: l’incipiente approvazione della Riforma del detto Terzo Settore, rispetto alla quale il CNSAS si trovava da anni in una situazione di stallo.
Infatti, dopo una serie di infruttuose comunicazioni formali, reiterate con pari oggetto sin dal 2002 da parte della direzione del CNSAS nel tentativo di apportare il proprio contributo e le proprie legittime istanze, in estate, finalmente, avviene il fatto risolutivo.
Il riconoscimento delle peculiarità del CNSAS nello schema del Decreto Legislativo che, di li a pochi giorni, sarebbe stato approvato in via definitiva dal Consiglio dei Ministri. Al Titolo “Volontario e Volontariato”viene stabilita espressa deroga al CNSAS con il comma 7 dell’art. 17 che prevede che “le disposizioni di cui al presente titolo non si applicano agli operatori volontari del servizio civile universale, al personale impiegato all’estero a titolo volontario nelle attività di cooperazione internazionale allo sviluppo, nonché agli operatori che prestano le attività di cui alla legge 21 marzo 2001, n.74.”
Potrà sembrare strano o forse poco noto ai più, ma questa specialità era stata addirittura ricercata nell’anno 2000, attraverso il Disegno di Legge che poi portò al licenziamento della Legge n. 74/01 e, successivamente negli anni, in altri emendamenti, tra i più noti anche uno firmato anche da Cossiga ed Andreotti, in realtà mai pervenuti ad approvazione.
Secondo fatto, crediamo, importante per l’intero CNSAS che, diversamente, si sarebbe trovato a dover bloccare parzialmente o totalmente i servizi di elisoccorso, una parte della formazione e, forse, altre attività di rilievo.
A fine anno, invece, una notizia gradita che fa seguito ad una serie di incontri mirati e sollecitazioni avvenute sul tema economico-finanziario: la Legge Finanziaria 2018 (Legge 27 dicembre 2017, n. 205), non forse secondo le aspettative auspicate per il 2018, ma certamente dando un segnale che da tempo non veniva offerto, garantiva quale ulteriore finanziamento alle attività del CNSAS la cifra di 0,5 milioni di euro per lo stesso esercizio 2018 e di 1 milione a decorrere dall’esercizio 2019 e per gli esercizi successivi.
Terzo fatto, crediamo, importante per l’intero CNSAS che potrà agevolare, da una parte, una serie di iniziative assolutamente concrete per quei Servizi del CNSAS che non hanno rapporti convenzionali stabili con le Regioni di appartenenza (es. assenza di Leggi regionali e/o convenzioni strutturate che garantiscano un finanziamento costante alla struttura), dall’altra, un complessivo potenziamento dell’attività direzionale ed amministrativa centrale del CNSAS.
Quindi, merita menzionare tutta l’intensa attività svolta con Il Dipartimento di Protezione Civile che sta, tra l’altro, proseguendo anche in questi mesi come sarà evidente a breve. Attività rivolta al complessivo potenziamento della struttura del CNSAS, con particolare attenzione e logica predominanza garantita ai Servizi regionali e provinciali.
Quarto fatto, crediamo, importante al pari degli altri punti perché coerente alla necessità di strutturare in modo stabile gli investimenti dell’intero CNSAS.
Quindi, il quinto fatto, ma lo davamo per scontato: mantenere quantomeno il nome e cognome nel D.Lgs. n. 1/18 – Codice della Protezione Civile.
Certo, si sarebbe forse potuto fare di più, molto di più “cienneaesse” nazionale, al ma siamo del tutto consapevoli, in coscienza, di avere fatto il massimo che era nelle nostre possibilità e capacità.
Ora, con il nuovo Governo e con il nuovo Parlamento stiamo cercando di effettuare una serie di azioni tese a raggiungere gli obiettivi che ancora non siamo riusciti a perseguire e a ottimizzare quelli dove la normativa e la specifica disciplina di alcuni settori potrebbe portare ulteriori benefici alla nostra organizzazione, quindi all’utenza – non lo dimentichiamolo – fine ultimo della nostra azione.
Ecco…, il “cienneaesse”nazionale a Roma cosa ha fatto… e senza mai sfregare la lampada di Aladino, ma cercando piuttosto di utilizzare la solita, indomita passione, costanza e tenacia che dovrebbe uniformare e caratterizzare tutti noi, per avere un CNSAS ancora più forte e coeso, al servizio del territorio e delle sue comunità.
Da queste poche ed irrequiete righe, però, non può non scaturire una morale, forse modesta, ma riteniamo ugualmente efficace per chi saprà coglierla: serve e servirà sempre più spesso utilizzare il “noi cienneaesse”e non il “voi cienneaesse”… poiché dove c’è una matura forza identitaria c’è anche una maggiore forza strutturata e radicata.
Tutto ciò, senza rinunciare a praticare la normale dialettica democratica, propria di ogni corpo sociale degno di questo nome, da svilupparsi però all’intero delle sedi opportune e con la dovuta convinzione e coerenza.
Smettiamola di ricercare o evocare la lampada di Aladino.
Fabio Bristot … cienneaesse